Taras Shevchenko

Nato nel 1814 in una famiglia di servitori in un piccolo villaggio vicino Kiev, Shevchenko rimase orfano all'età di 11 anni. Imparò a leggere e scrivere grazie all'insegnamento di un monaco del paese, ma fin dalla tenera età la cosa che più lo appassionava era la pittura, alla quale si dedicava nel suo tempo libero. Shevchenko seguì il suo padrone Engelhardt a Vilnius dal 1828 e poi a San Pietroburgo.
Engelhardt  si accorse da subito del talento del ragazzo e lo mandò come apprendista per quattro anni dal pittore Shiriaev. Lì Shevchenko ebbe la possibilità di conoscere artisti importanti come Soshenko, Hrebinka e il pittore russo Venetsianov. Attraverso queste conoscenze, Shevchenko incontrò il famoso pittore e professore Karl Briullov, che donò il suo ritratto del poeta russo Zhukovsky, in cambio della libertà di Shevchenko il 5 maggio del 1838. Nello stesso anno finalmente libero, fu preso all'Accademia delle Belle Arti di Briullov. Ricevette numerosi riconoscimenti tra cui 2 medaglie di argento.
Cominciò a scrivere poesie quando ancora era un servo, e nel 1840 poté pubblicare la sua prima collezione di poesie, Kobzar .
Scrisse anche numerose commedie, pubblicò una tragedia nel 1842 Nykyta Hayday e nel 1843 completò un romanzo dal titolo Nazar Stodolya.
Quando abitava a san Pietroburgo, intraprese tre viaggi in Ucraina, nel 1843, 1845 e nel 1846. le condizioni di estrema povertà nella quali versavano gli abitanti del suo villaggio natale ebbero un profondo impatto sulla poesia e la pittura dell'artista. Durante questi viaggi fece visita ai suoi cugini e i suoi parenti ancora in condizione di servi e incontrò alcuni importanti scrittori e intellettuali ucraini tra cui Hrebinka, Kulish e Maksymovych. Nel 1844, afflitto dall'oppressione zarista e dalla distruzione della sua amata Ucraina, Shevchenko decise di riportare in un album una serie di dipinti che ritraevano le rovine storiche e i monumenti culturali della sua madrepatria, che intitolò   Picturesque Ukraine.

Nell'aprile del 1847 venne arrestato con l'accusa di far parte di una società politica segreta, che aspirava ad una serie di riforme politiche all'interno dell'impero russo.
Fu rinchiuso nella prigione di San Pietroburgo, successivamente una sentenza dello zar Nicola lo condannò in esilio. Solo nel 1857 Shevchenko fu liberato, ma non gli fu permesso di tornare a San Pietroburgo. Nel maggio del 1859 ottenne il permesso di entrare in Ucraina, dove decise di acquistare un pezzo di terra non lontano dal pesino dove era cresciuto. Ma nel luglio di quello stesso anno fu arrestato per la seconda volta, ma nel giro di poco tempo fu rilasciato ed gli fu concesso di tornare a San Pietroburgo.
Shevchenko trascorse gli ultimi anni della sua vita lavorando su nuovi libri di poesia, nuovi dipinti e riesaminando alcuni suoi vecchi scritti, che pubblicò in breve.
Morì a San Pietroburgo il 10 maggio del 1861; fu prima seppellito a San Pietroburgo e poi trasportato in Ucraina secondo quanto aveva scritto nel suo poema-testamento (Zapovit). Qui venne seppellito sulle rive del fiume Dnepr vicino la città di Kaniv. Dove sorgeva un tempo la sua lapide, oggi si può ammirare il Museo di Kaniv.
Shevchenko, poeta che ebbe un grande impatto sulla letteratura ucraina, morì qualche giorno prima che fosse proclamata la liberazione di tutti gli schiavi, sotto il regno dello zar Alessandro II.

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